La Villa Romana del Casale si trova non molto distante dall’odierna Piazza Armerina. Dal 1997 è entrata a far parte del Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO e rappresenta una delle più importanti testimonianze di epoca tardo imperiale.
Per via della sua estensione, ma soprattutto per l’eccezionale numero di mosaici conservati in situ, la Villa romana del Casale può considerarsi un unicum dell’Occidente romano.
Di chi era la Villa?
L’identificazione del proprietario originario della Villa è ancora oggi incerta. Secondo le prime ipotesi si trattava di una residenza imperiale. Gli studi più recenti attribuiscono la Villa ad un alto esponente dell’aristocrazia senatoria romana, forse un governatore di Roma (Praefectus Urbi).
La Villa
Oltre a tracce superstiti di decorazione parietale, la ricchezza iconografica dei mosaici pavimentali e degli affreschi varia: da soggetti mitologici che incarnano valori e virtù del proprietario a scene di vita quotidiana, mostrando evidenti influenze stilistiche dall’arte africana. Il culmine di tale ricchezza è raggiunto nel Corridoio della Grande Caccia che, nei suoi oltre 60 metri di lunghezza, illustra la cattura delle più svariate bestie esotiche ai confini dell’Impero Romano destinate ai giochi nell’arena.
La Villa Romana del Casale è costruita su diversi livelli in cui troviamo spazi privati, spazi di rappresentanza, impianti termali e persino due grandi magazzini per lo stoccaggio e la conservazione del grano.
Quattro grandi aree caratterizzano la villa: l’ingresso monumentale con cortile a ferro di cavallo; il corpo centrale, costruito intorno ad una corte con giardino; una grande sala con tre absidi, preceduta da un colonnato ovoidale, il complesso termale.